Glossario
_ Le patologie
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[adeno-; carcinoma]
adenocarcinoma, glandular cancer, carcinoma adenomatosum
Tumore maligno epiteliale che origina da un epitelio ghiandolare. È caratterizzato da tubuli e acini in parte privi di lume che ricordano la struttura della ghiandola da cui hanno origine e di cui presentano la funzione (per esempio secrezione di bile, di muco, ecc.). Quando invece il tumore cresce in forma di massa cellulare compatta, si parla di carcinoma solido.
[aden(o)-; -oma]
adenoma, adenoid tumor
Tumore benigno formato da cellule organizzate in strutture ghiandolari. È dovuto a notevole proliferazione di cellule epiteliali con struttura e funzione che ricordano quelle della ghiandola da cui origina. È limitato da una capsula fibrosa. Quando prevale la componente epiteliale si parla di adenofibroma, quando prevale quella fibrosa di fibroadenoma.
[angio-; sarcoma]
angiosarcoma
Sarcoma altamente maligno che origina dal connettivo vasale.
[gr. kancros = cancro, granchio]
cancer
Qualsiasi malattia dell’uomo e degli animali nella quale si ha una proliferazione incontrollata, irreversibile e progressiva di cellule anormali e irregolari (nelle dimensioni, nella forma, nella tinteggiatura e nel numero dei cromosomi) che porta alla formazione di una neoplasia maligna (tumore maligno, leucemia o linfoma).
La crescita cancerosa invade e distrugge i tessuti adiacenti, metastatizza (localizzazioni secondarie) e porta ad esito in genere fatale se non viene sottoposta a trattamento terapeutico (chirurgico, chemioterapico, radioterapico). L’eziologia del cancro è complessa, ancora sconosciuta nei suoi dettagli, di tipo vario (fattori endogeni, come gli ormoni, ed esogeni come i virus, le radiazioni ionizzanti e le sostanze chimiche mutagene) e multifattoriale; i fattori oncogeni possono esercitare un’azione di iniziazione o di promozione della crescita neoplastica. La cancerogenesi sembra comunemente comprendere il cambiamento irreversibile del genoma cellulare. Le forme più comuni di cancro sono il carcinoma, il sarcoma, le leucemie e i linfomi.
[gr. karkin(os) = granchio; -oma]
carcinoma
Qualsiasi tumore maligno originato da un tessuto epiteliale (epitelio di rivestimento o ghiandolare), organizzato in piani o strati.
È la forma di cancro più frequente. Può essere più o meno differenziato; alcuni carcinomi presentano caratteristiche che ricordano quelle di normali strutture epiteliali.
Sono tipici carcinomi l’epatocarcinoma e il carcinoma naso-faringeo.
[gr. chol(e) = bile; aggeion = vaso; carcinoma]
cholangiocarcinoma, malignant colangioma
Adenocarcinoma che trae origine dai dotti biliari. Si presenta con ittero ostruttivo quando coinvolge i dotti biliari di dimensioni maggiori.
Sinonimi: colangioma maligno.
[emangio(ma); sarcoma]
hemangiosarcoma
Sarcoma fortemente vascolarizzato, costituito da canalicoli ematici irregolari, tappezzati da cellule endoteliali atipiche. Si manifesta soprattutto nel fegato e nella milza. Può insorgere autonomamente o, raramente, su un angioma congenito.
[gr. epar = fegato; carcinoma]
hepatocarcinoma, hepatocellular carcinoma, hepatoma
Tumore maligno, uni- o plurifocale del fegato, composto da cellule tumorali simili agli epatociti. Colpisce più frequentemente i soggetti adulti affetti da cirrosi epatica o da epatite cronica da HBV o HCV. Si manifesta con dolore addominale, perdita di peso, epatomegalia progressiva, associati ad anoressia, vomito, alterazioni dell’alvo (stipsi o diarrea) e debolezza. Sono talvolta presenti febbre, ascite e alterazioni cutanee (strie rosse).
L’epatocarcinoma ha tendenza a invadere e ostruire le vene portale e sovraepatiche, causa metastasi al polmone e ai linfonodi regionali.
[gr. epar = fegato; -oma]
hepatoma
1. Qualsiasi tumore maligno primitivo del fegato
2. Epatocarcinoma
[gr. faios = grigio; cromocit(a); -oma]
pheochromocytoma, pheochromoblastoma, chromaffinoma
Tumore per lo più benigno costituito da tessuto cromaffine.
Si sviluppa generalmente all’interno della cavità addominale (nella parte midollare di una o ambedue le ghiandole surrenali e nei gangli simpatici para-aortici), pelvica (vescica urinaria) e raramente del torace.
È caratterizzato da ipersecrezione di adrenalina e/o noradrenalina che provoca ipertensione continua o, in genere, parossistica, associata a palpitazioni, pallore, sudorazione, cefalea, tachicardia, malessere generale, ansia e tremori. È presente inoltre iperglicemia, glicosuria e un aumento del metabolismo basale con perdita di peso
Colpisce prevalentemente giovani tra 5 e 25 anni.
È un tumore molto vascolarizzato, presenta una capsula, ha un peso che varia mediamente tra i 15 e i 100 g. Sezioni tumorali, esposte a sali di cromo, assumono un colore brunastro da cui i termini cromaffinoma e cellule cromaffini.
Le crisi ipertensive possono complicarsi con emorragia intracerebrale, infarto miocardico e insufficienza cardiaca.
[lat. fibra = fibra; adenoma]
fibroadenoma, adenoma fibrosum
Tumore benigno costituito da tessuto fibroso e ghiandolare.
È il tumore benigno più frequente della mammella e si presenta in forma di nodulo circoscritto a limiti netti, generalmente unico, di forma sferica e provvisto di capsula, localizzato abitualmente nel quadrante superiore esterno della mammella.
È mobile rispetto ai piani muscolari profondi, al parenchima ghiandolare e alla cute soprastante. Aumenta di volume ed è dolente durante il periodo mestruale o nella gravidanza.
Colpisce prevalentemente giovani donne (sotto i 30 anni).
[fibr(a); -oma]
fibroma, fibrous tumor, fibroid tumor, fibrocellular tumor, desmocytoma
Tumore benigno costituito da cellule del tessuto connettivo. Può essere di tipo “duro”, quando prevale la componente fibrosa (collageno), o “molle”, nel caso che prevalga la componente cellulare.
Quando è associato a neoformazione di altri tessuti mesenchimali si parla a seconda dei casi di fibromioma o di fibrolipoma. I fibromi si possono riscontrare in molte sedi quali utero, ovaie, cute, stomaco, ecc.
[leuc(ocita)-; -emia]
leukemia, leukaemia
Qualsiasi neoplasia delle cellule del midollo osseo ad interessamento sistemico.
Alcune forme di leucemie sono causate da virus, per altre è riconosciuta l’associazione con l’esposizione ad alcuni fattori ambientali come le radiazioni e particolari sostanze mutagene (benzolo, ecc.).
Le leucemie sono sindromi mieloproliferative maligne caratterizzate da diffusa moltiplicazione di leucociti circolanti (cellule mieloidi, linfatiche o istiocitarie) e dei loro precursori, con accumulo in vari tessuti dell’organismo.
Tale proliferazione è secondaria a processi primitivi a carico degli organi emopoietici (midollo osseo) che presentano iperplasia. Oltre alle alterazioni quantitative e qualitative dei globuli bianchi circolanti si accompagna a piastrinopenia, granulocitopenia ed eritropenia, con conseguenti anemia, infezioni ed emorragie.
mesoteli(o); -oma]
mesothelioma
Tumore maligno che interessa i foglietti sierosi soprattutto la pleura e il peritoneo.
Presenta una proliferazione invasiva di tipo sarcomatoso e quadri cellulari istologici che variano da un aspetto fusato o fibroblastico a uno adenomatoso.
Il mesotelioma pleurico, fortemente associato a inalazione di polvere di asbesto (asbestosi), è un tumore voluminoso che si accresce coinvolgendo il polmone e il mediastino.
[gr. methistemi = io cambio posto]
1 metastasis , metastatic tumor, secondary tumor
Diffusione per contiguità, per continuità o a distanza per via circolatoria, linfatica, ematica e liquorale, di un processo patologico, soprattutto neoplastico o infettivo (per esempio tubercolosi), in un punto dell’organismo lontano dal focolaio principale senza estinzione di quest’ultimo.
2 metastasis
Formazione neoplastica maligna che si sviluppa in un tessuto distante dalla zona di localizzazione del tumore primitivo.
[neo-; gr. plassein = formare]
neoplasm, neoformation
Nuovo tessuto cellulare derivante da un processo neoplastico. Il termine è usato per indicare un tumore benigno o maligno con tendenza invasiva e proliferativa
[lat. nodulus = piccolo nodo]
1 nodule, nodulus
Piccolo nodo.
2 nodule
Formazione solida, circoscritta, palpabile, intracutanea o rilevata sul piano cutaneo.
Il nodulo può essere costituito da tessuto granulomatoso o tumorale e può evolvere verso un rammollimento, un’ulcerazione o un riassorbimento con esito in cicatrice.
[papill(a); -oma]
1 papilloma, cellular polyp, cellular polypus
Piccolo tumore benigno della pelle (verruca o porro), delle membrane mucose e dei dotti ghiandolari.
Il papilloma è costituito da cellule epiteliali e stroma connettivale, può essere sessile o peduncolato (polipo), o con processi digitiformi (papilloma villoso).
Secondo la natura dell’epitelio interessato, si parla di papilloma a cellule squamose (presente su cute, lingua e laringe) e di papilloma a cellule di transizione (localizzato soprattutto sulla vescica). Inizialmente benigni, i papillomi possono talora evolvere lentamente verso la forma maligna.
2 papilloma
Termine di uso comune per indicare neoplasie benigne delle mucose e della cute.
[sarc(o)-; -oma]
sarcoma
Tumore maligno i cui elementi risultano più o meno indifferenziati, che si sviluppa nel tessuto connettivo.
È generalmente un tumore a rapida diffusione con metastasi precoci e prognosi grave. Le numerose varietà di sarcomi dipendono dal tessuto colpito: tessuto fibroso (fibrosarcoma), osseo (osteosarcoma), cartilagineo (condrosarcoma), linfatico (linfoma), connettivo vascolare (angiosarcoma), connettivo adiposo (liposarcoma). Le forme più comuni sono i linfomi e gli angiosarcomi.
[lat. tumor = rigonfiamento]
tumor, tumour
Massa anormale di tessuto che si forma all’interno di un tessuto normale; è causata dalla crescita incontrollata di cellule trasformate. I tumori si distinguono, dal punto di vista evolutivo e prognostico, in benigni e maligni.
I primi crescono di solito lentamente, in masse compatte e isolate dal resto del tessuto sano. Presentano scarsa mitosi e sono composti da cellule che, per la loro organizzazione e il loro aspetto, sono strettamente simili alle cellule del tessuto di origine (tumori differenziati).
Non hanno tendenza all’invasività, rimangono nella sede di insorgenza dove provocano dislocazione, compressione e atrofia delle strutture vicine, non si ripresentano dopo l’asportazione chirurgica, non provocano gravi danni di carattere generale all’organismo e non danno metastasi.
I tumori si dicono maligni sulla base dei criteri di malignità: invasività e metastatizzazione; sono composti da cellule che variano notevolmente, nei loro aspetti istologici, dalla struttura del tessuto di origine fino a poter divenire indifferenziate o mal differenziate e presentare nuovi antigeni.
I tumori maligni vengono distinti in base al tipo cellulare dal quale derivano: per esempio in sarcomi se di origine mesenchimale, carcinomi se di origine epiteliale e detti “a cellule squamose” oppure “adenocarcinomi” a seconda se istologicamente presentano cheratina o formazione di ghiandole.
Le caratteristiche fondamentali dei tumori maligni sono l’invasività, l’infiltrazione, la distruzione dei tessuti limitrofi e la diffusione della neoplasia attraverso vasi linfatici e/o ematici in altre parti dell’organismo (metastasi). Per queste ragioni è difficile asportarli completamente e spesso si ripresentano dopo l’ablazione chirurgica.
La rapida espansione in numerosi distretti dell’organismo provoca infine un progressivo decadimento delle condizioni generali organiche, fino a gravi stati di prostrazione (cachessia neoplastica).
I fattori cancerogeni vengono distinti in iniziatori e promotori; hanno un’azione diretta oppure promotrice alcuni agenti fisici (come le radiazioni ionizzanti e la luce ultravioletta), molte sostanze chimiche esogene (come il benzopirene, le aflatossine, i composti arsenicali, l’asbesto), i virus (come i retrovirus).
Vi sono inoltre fattori che predispongono alle neoplasie come la diversa suscettibilità dell’organismo che dipende dall’ereditarietà, dal deficit immunitario, dalle lesioni precancerose, dalle turbe ormonali e metaboliche, dagli oncogeni e proto-oncogeni.
Per il trattamento dei tumori si utilizzano singolarmente o in associazione la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia sulla base della stadiazione (staging) dell’estensione anatomica del tumore all’atto della terapia iniziale (per esempio sistema TNM, classificazione di Dukes).